Manarstir “7 Troni”

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Non ci sono dati esatti sulla data di costruzione del monastero dei “Sette Troni”, noto anche come Monastero di Osenovla della “Santa Madre di Dio”, situato sulle rive del fiume Gabrovnitsa nella Rzana Planina, parte della Stara Planina occidentale.

Si presume che ciò sia avvenuto durante il regno di Pietro Deljan, il cui fratello, il principe Giorgio, lo fondò, accettò il monachesimo e ne divenne il primo abate. Come è noto, nel 1737, il sultano Mahmud I (chiamato “L’Empio” per le sue azioni) ordinò la distruzione di molti templi, tra cui quello dei “Sette Troni”. Il sacro monastero fu restaurato nel 1769 e nel 1848 vi aprì i battenti la scuola di celle dello ieromonaco Cristoforo. Sofronio Vrachanski, nella cui diocesi all’epoca il monastero apparteneva, si nascose al suo interno.

Nonostante i frequenti pogrom, non cessò di esistere durante i secoli di schiavitù. Nacquero anche numerose leggende. Una delle più vivide è quella del famoso voivoda di Valchan, del vicino villaggio di Osenovlag, che acquisì un’enorme proprietà sepolta da qualche parte nelle vicinanze. Nessuno sa dove, perché sia ​​il voivoda che i suoi collaboratori furono uccisi dai turchi. Gli appassionati cacciatori di tesori la cercano invano ancora oggi. Tralasciando le leggende sulla sua fondazione da parte di sette boiardi (o fratelli), il monastero probabilmente deve il suo nome alla chiesa, unica nel suo genere per il nostro Paese e per l’Europa, costruita nel 1815. È composta da sette altari (troni), ognuno dei quali, dedicato a un santo bulgaro, è una cappella separata con la propria iconostasi e affreschi. I quattro altari principali formano una croce e sono separati dalla sala principale da pareti interne.

Le icone e le sculture dei secoli XVII-XVIII sono opera di maestri locali come Papa Nicola di Teteven, Daskal Uros e Stoyu di Trojan. Le due grandi icone del XIX secolo, la “Santa Madre di Dio Guida” e il “Cristo Onnipotente”, sono probabilmente opera dei pittori Vitanovci di Tryavna. Si ritiene che l’icona miracolosa della chiesa, la “Natività della Vergine”, sia stata portata dalla Montagna Sacra dal primo abate del monastero.

Quando vi trovate qui, non perdetevi l’opera di intaglio più interessante, la poliulea chiamata “Horo”, composta da quindici parti. Il monastero possiede anche una propria biblioteca con antichi libri ortodossi, uno dei quali fu dono dell’imperatrice russa Caterina. Nel 1877, gli artigiani locali costruirono un edificio di quattro piani, i due superiori dei quali ospitano le celle monastiche.

Sulla facciata furono dipinte scene religiose e domestiche. Il secondo edificio, sopra l’ingresso dei “Sette Troni”, ha un piccolo ma pittoresco cortile, dove tra gli alberi secolari si può ammirare anche la sequoia, una specie rara in Bulgaria. Le persiane in legno e metallo attirano l’attenzione, ricordando che nel luglio del 1899, sotto l’influenza del famoso monastero, Ivan Vazov scrisse la sua celebre ballata “Il batacchio batte”. Di nuovo nel cortile, la vostra attenzione sarà attirata dalla tomba di un grande scrittore dal destino poco invidiabile, che pubblicò le sue opere con lo pseudonimo di Zmej Gorjanin. Il suo vero nome è Svetozar Dimitrov, che ebbe la sfortuna due anni prima del 9 settembre 1944 di ricoprire l’incarico di censore della stampa. Sebbene non avesse arrecato alcun danno a nessuno in questo ruolo, nel 1945 il cosiddetto Tribunale del Popolo lo condannò a un anno di prigione, ma quel che è peggio è che i libri di questo scrittore per bambini furono vietati e confiscati. Quando fu di nuovo libero, gli fu offerto di pentirsi pubblicamente per essere riabilitato, ma lui rifiutò categoricamente. Ecco perché ancora oggi sono poche le persone che conoscono la sua opera.

Orari di apertura:
Orari di apertura:
Tutti i giorni: 8:30 – 16:30 (tutto l’anno)
Biglietti d’ingresso: nessuno
Conferenze: gratuite

Contatti:
Tel: +359 888295471

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