Dobarsko è un piccolo villaggio di montagna nella valle di Razlozhka. È un antico insediamento bulgaro. Si trova sul fronte di una dorsale montuosa nel Rila meridionale, a circa 1000 m di altitudine. Uno dei monumenti culturali meglio conservati di Dobarsko è l’antica chiesa dei Santi Teodoro Tirone e Teodoro Stratilat, risalente al 1614. Secondo una leggenda ancora viva oggi, il villaggio di Dobarsko fu colonizzato da alcuni soldati accecati dello zar Samuele dopo la battaglia nei pressi del villaggio di Klyuch nel 1014, che giunsero in cerca di sollievo dai suoi dolori presso una sorgente medicinale locale. Ma il vero motivo per cui ogni abitante di Bupgar dovrebbe visitare questo villaggio, che si trova a soli 17 chilometri a nord del capoluogo comunale, la città di Razlog, è la straordinaria chiesa di modeste dimensioni, ma di inestimabile valore spirituale.
Costruita e dipinta nel 1614, è lunga otto metri e mezzo, larga quasi sette e alta solo cinque, con un tetto a due falde, in conformità con la legislazione ottomana dell’epoca. Ma i maestri scolpirono coraggiosamente due croci sulla facciata, oltre a una svastica in uno dei blocchi di pietra. Questo simbolo del sole e della prosperità è di antica origine iraniana e, secondo gli scienziati, arrivò qui con le prime famiglie di militari: i proto-bulgari, fedeli fino alla morte dello stato bulgaro e insediatisi al confine con Bisanzio.
Quasi tutte le iscrizioni sugli affreschi sono in bulgaro, sebbene il greco fosse la lingua ufficiale nelle istituzioni ecclesiastiche dell’epoca.
E una cosa particolarmente curiosa: in due affreschi, in particolare nella scena della “Trasfigurazione”, Gesù Cristo vola in cielo con qualcosa che ricorda nella forma un moderno razzo spaziale. Grazie agli scritti dello svizzero Erich von Deniken, molti sostenitori dell’ipotesi di visite extraterrestri sono inclini ad accettarle come pura verità, distinguendo persino in questo affresco i getti di motori a reazione. Ma immagini simili di “razzi” tra virgolette si possono trovare in diverse altre chiese bulgare di quell’epoca.
La disposizione interna della chiesa è insolita: invece di una navata unica, i costruttori costruirono una complessa basilica a tre navate, una tipologia caratteristica del Primo Regno Bulgaro (IX-XI secolo). Il che suggerisce che nel XVII secolo i costruttori abbiano molto probabilmente restaurato una chiesa costruita nello stesso luogo durante l’epoca dello zar Boris I, dello zar Simeone il Grande o dello zar Samuele, quando questa regione rientrava stabilmente nei confini della Bulgaria.
Le immagini, 460 in numero, che occupano ogni centimetro quadrato, si sono sorprendentemente conservate grazie al fumo delle candele, sebbene nel XIX secolo i turchi abbiano trasformato la chiesa in un hammam.
Molti degli affreschi testimoniano i sentimenti patriottici dei loro autori. È raffigurato anche San Giorgio di Nuova Sofia, morto per la fede solo pochi decenni prima.
È anche degno di nota il fatto che i soldati in diverse scene siano equipaggiati con armi occidentali – alabarde, elmi – e che le navi siano galee veneziane, apparentemente un’eco della famosa battaglia navale del 1571 a Lepanto, dove tre quarti degli equipaggi e dei combattenti della flotta veneziana erano bulgari ortodossi, greci e serbi.
Un affresco raffigura i fondatori Hasia, Bogdan e Spas, così come i costruttori Stanko, Smilen e Spas. Sono raffigurati anche diversi santi cattolici, tra cui il papa romano Silvestro, e San Cirillo d’Alessandria è stato sostituito da San Cirillo il Filosofo, il creatore dell’antico alfabeto bulgaro.
Tutto ciò trasforma il tempio di Dobarsko in una delle perle più preziose della collana dei cento siti turistici nazionali.
La chiesa è stata dichiarata monumento culturale ed è inserita nel patrimonio dell’UNESCO.
Orari di apertura:
Tutti i giorni:
09:30-17:30 Su richiesta telefonica: 0892234615
